le sezioni
Sala Manfredi
I Manfredi, signori di Faenza, hanno segnato la storia artistica della città fin dal primo Trecento,reggendone le sorti per circa due secoli. Nel Quattrocento furono Astorgio II e Galeotto Manfredi a introdurre in città le novità rinascimentali.
L’acquisto di un soffitto di età manfrediana e il trasferimento di un camino in arenaria da palazzo Manfredi, ora residenza municipale, offrirono l’occasione, circa un secolo fa, per un’ambientazione di sala che accoglie oggi opere di grande prestigio. Dal convento dei Cappuccini di Faenza proviene l’altare portatile in avorio, eseguito all’inizio del XV secolo dalla bottega degli Embriachi, attivi a Venezia ma celebri in tutta Europa.
I due cassoni da corredo vennero donati nel 1480 da Galeotto Manfredi, prossimo alle nozze con Francesca Bentivoglio, alla ex-amante Cassandra Pavoni che si fece monaca.
I dipinti coevi, opera del Maestro della Pala Bertoni, del fiorentino Biagio d’Antonio e la medaglia di Galeotto Manfredi, capolavoro del mantovano Sperandio Savelli, mostrano l’apertura della città verso artisti provenienti dai maggiori centri del Rinascimento.
Al centro della sala, il busto in marmo di San Giovannino, attribuito a Benedetto da Maiano: in origine abbelliva lo studiolo dell’umanista e mecenate faentino Fra Sabba da Castiglione, Commendatore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.