le sezioni
Sala del Magistrato

Come un’antica quadreria, questa sala ospita dipinti dal Cinquecento al Settecento, tra cui splendidi ritratti. Quello di Luca Martini, poeta e ingegnere della corte di Cosimo I de’ Medici, è una replica del fiorentino Alessandro Allori da un originale di Bronzino.
È attribuito al genovese Giovanni Bernardo Carbone il Ritratto di fanciulla, un trionfo di sete e velluti rossi: in epoca settecentesca la giovane dama venne trasformata in Santa Cecilia con l’aggiunta della palma del martirio, rimossa in epoca successiva.
La Giuditta con la testa di Oloferne, drammatica per il taglio ravvicinato e il sott’insù che esalta l’espressione fiera dell’eroina, è opera del vicentino Francesco Maffei. Della stessa area è il bellissimo Ritratto di Magistrato che va assegnato, per i dati di stile, a un anonimo pittore veneto alla fine del Seicento.
Le due tele a pendant raffiguranti la Madonna col Bambino e il San Giuseppe col Bambino, provenienti dal convento dei Cappuccini di Faenza, sono della pittrice bolognese Elisabetta Sirani, una delle più affermate artiste donne del Seicento. La Sacra Famiglia è un capolavoro del senese Rutilio Manetti, qui nella sua fase tarda, caravaggesca: le figure, descritte con attenzione naturalistica e con commossa partecipazione, emergono dal buio, come scolpite dal fascio di luce fredda.Infine San Girolamo è il soggetto comune ai due dipinti del bolognese Alessandro Albini e del lombardo Filippo Comerio, qui nel suo breve ma proficuo soggiorno faentino.