Madonna della pera

Madonna della pera

Elisabetta Sirani

data opera
1664
tecnica
olio su tela
dimensioni
78 x 65 cm
provenienza opera

Convento dei Cappuccini di Faenza; giunto in Pinacoteca a seguito delle soppressioni post-unitarie (1867)

descrizione breve

Opera abbinata a San Giuseppe col bambino

La celebre pittrice bolognese Elisabetta Sirani si era formata presso il padre, il pittore Giovanni Andrea Sirani, allievo di Guido Reni. Le due tele presentano le stesse misure e probabilmente vennero dipinte nella stessa occasione, e anche se appartengono alla fase tarda della sua attività, esse riprendono proprio le prime composizioni che la pittrice si era trovata a dipingere nei cosiddetti “quadretti da letto” ossia delle piccole tele di devozione privata. La prima delle due opere rappresenta la classica iconografia della Madonna con bambino ammantata di blu alla quale la pittrice però aggiunge una pera, attributo che con tutta probabilità qui simboleggia il Peccato Originale e il ruolo di Gesù nella sua redenzione. L’opera è firmata dall’artista sull’orlo della manica dell’abito rosso della Vergine; il bambino sembra voler sfuggire dall’abbraccio della Vergine mentre tiene in mano il frutto dal quale l’opera prende il nome.

La composizione del secondo dipinto è analoga, ma questa volta il bambino, che stringe teneramente la mano di San Giuseppe, si è assopito tra le sue braccia. Le due opere, complici il taglio ravvicinato, i colori squillanti e i chiaroscuri, sono di forte impatto emotivo.

collocazione
n° inventario
149

Le due tele provengono dal convento dei Cappuccini di Faenza (non è noto se qui vi si trovassero dall’origine). Evidentemente speculari, furono dapprima attribuite a Giovan Andrea Sirani per poi essere giustamente assegnate alla figlia del pittore, Elisabetta Sirani da Fiorella Frisoni (1978). A ben vedere però già nella Nota delle pitture del Malvasia (1678) la Madonna della pera è ricordata dalla pittrice stessa che scrive “una Madonna, mezza figura, con il Bambino a sedere sopra di lei braccia, mostrandole con la destra il pomo, e la sinistra appoggiando alle di lei mani: non so per chi ec.” Da queste poche righe si evince che la Sirani non sapesse, o non ricordasse, chi le avesse commissionato l’opera firmata sulla manica sinistra della Vergine. Qui il bambino sembra voler quasi sfuggire all’abbraccio della madre mentre tiene quello che da Sirani viene ricordato come un pomo, ma che in realtà è una pera e che dà il nome all’opera, simbolo del Peccato Originale e del ruolo del Bambino nella redenzione dell’umanità. È il gioco di sguardi a catturare l’attenzione dello spettatore, un dialogo muto che passa attraverso gli occhi della Vergine e del Bambino. Il chiaroscuro modula i contorni delle figure sfumandoli e creando un equilibrio instabile e inquieto, insolito per la pittrice. Nella tela con San Giuseppe invece la composizione è più statica anche perché il piccolo Gesù è appisolato tra le braccia di San Giuseppe, mentre stringe con la manina l’indice del santo. Come nella tela gemella, l’atmosfera è modulata magistralmente dalle luci che riducono alcune zone a macchie di colore sfumando i contorni delle figure e infondendo all’opera la tenera eleganza che è una delle caratteristiche della Sirani. Si può cogliere in questo dipinto l’ispirazione dalle tante tele di Guido Reni sul medesimo tema. La Frisoni (2004) ipotizza che esso sia leggermente più tardo rispetto al suo probabile pendant. Le due immagini si inscrivono perfettamente in quel filone di piccole opere devozionali di gusto controriformato che si trovavano a decine nelle case bolognesi e che erano state proprio uno dei temi d’esordio della carriera della pittrice bolognese.

CASADEI 1991
S. Casadei, La Pinacoteca di Faenza, Bologna 1991, pp. 85-86

FRISONI 1978
F. Frisoni, La vera Sirani, in “Paragone” 29, 1978, n 335, p. 12, pp. 3-18, fig. 22

FRISONI 2005
F. Frisoni, Una Sirani ancora più vera, in Elisabetta Sirani: “pittrice eroina” 1638-1665, catalogo della mostra a cura di J. Bentini e V. Fortunati Pietrantonio (Bologna, Museo Civico Archeologico, 4 dicembre 2004-27 febbraio 2005) Bologna 2004, pp. 187-188

MALVASIA 1678
C.C. Malvasia, Felsina Pittrice: vite de’ pittori bolognesi, II, Bologna 1678, ed.1841, p. 399

MODESTI 2004
A. Modesti, Elisabetta Sirani. Una virtuosa del Seicento bolognese, Bologna 2004, pp. 54-55

Le immagini sono di proprietà della Pinacoteca Comunale di Faenza. Per l'utilizzo delle immagini, scrivere a infopinacoteca@romagnafaentina.it.

scheda opera redatta da
Sveva Carnevale