San Giovannino
1546: Faenza, Commenda di Santa Maria Maddalena della Magione, studiolo di fra Sabba da Castiglione; fino a fine XVIII secolo: Faenza, Commenda di Santa Maria Maddalena della Magione, biblioteca; 1866: Faenza, acquistato dal sacerdote Domenico Valenti; 1866 c.: Faenza, Biblioteca Comunale; febbraio 1871: Pinacoteca civica
Il busto di San Giovanni, nella variante che lo ritrae bambino, secondo un tipo iconografico molto fortunato nella Firenze del Quattrocento, apparteneva a Sabba da Castiglione (Milano c. 1480- Faenza 1554), collezionista e letterato che visse a Faenza e arredò il suo studiolo con questa ed altre importanti opere, alcune delle quali esposte in Pinacoteca. Una lunga tradizione voleva il busto eseguito da Donatello, mentre la sua attribuzione oscilla tra grandi scultori fiorentini della seconda metà del Quattrocento: Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano. A quest’ultimo rimandano la “vibrazione luminosa delle guance” e i boccoli che “si addensano in forme piene ma mosse” (Ferretti 2011, p. 115-116). I richiami ai volti degli angeli scolpiti da Desiderio da Settignano nella tomba Marsuppini (Firenze, Santa Croce) possono essere stati mediati attraverso la presenza di modelli in terracotta, ad uso della bottega.
- tesi sostenuta anche dal riferimento a un passo di Vasari secondo il quale “nella città di Faenza [Donatello] lavorò di legname un San Giovanni et un San Girolamo”, cit. in Casadei 1991, p. 37[↩]
- si veda L. Pisani, San Giovanni Battista nei Busti del Rinascimento fiorentino, in Kopf/Bild: die Büste in Mittelalter und früher Neuzeit, a cura di J. Kohl, R. Müller, Munich 2007, pp. 212-214[↩]
- Venturi 1908; Ferretti 1996, 2004; Carl 2006[↩]