Tavolo di fra Sabba da Castiglione

Tavolo di fra Sabba da Castiglione

Fra Damiano Zambelli da Bergamo

data opera
1543
tecnica
legno ad intarsio
dimensioni
112 × 114 × 3,5 cm
provenienza opera

1543: Faenza, Commenda di Santa Maria Maddalena della Magione, studiolo di fra Sabba da Castiglione; fino a fine XVIII secolo: Faenza, Commenda di Santa Maria Maddalena della Magione, biblioteca e in seguito abitazione del parroco; 1866: Faenza, Biblioteca Comunale, Pinacoteca civica

descrizione breve

La superficie della tavola è decorata a tarsie a motivi geometrici e, al centro, dallo stemma del committente attorniato da cartigli ove sono inseriti versi latini edificanti. Le iscrizioni esortano alla moderazione, alla sobrietà e al controllo, accordandosi alla funzione e al contesto originari dell’oggetto. Tavola da mensa di Sabba da Castiglione, collezionista e amante dell’arte, cavaliere dell’ordine religioso dei gerosolimitani, fu realizzata dal suo amico, il domenicano frate intarsiatore Damiano Zambelli. Assieme ad altre opere d’arte e libri arredava lo studiolo della dimora di fra Sabba presso la chiesa di Santa Maria Maddalena della Magione a Faenza.

n° inventario
106

La superficie della tavola, di forma quadrata, è completamente intarsiata con varie essenze lignee, che conferiscono varietà cromatica, dai toni marroni più chiari a quelli più scuri, alla decorazione. Questa è costituita da forme ovali, a fiore o a losanga nella cornice esterna, mentre all’interno, motivi geometrici con decorazioni ad intreccio o floreali rendono il decoro simile a quello di un tappeto. Al centro si trova un ottagono con lo stemma del committente, attorno al quale si dispongono quattro ovali, contenenti cartigli su cui sono iscritti i versi latini «FRVGALITAS VOLVP/TATI IMPERET» [la frugalità regola il piacere], «TEMPERANTIA CORPORIS, / ANIMAE[QVE] CERTISSIMA SALVS» [la temperanza del corpo e dell’anima è salute sicura], «NATVRA EXIGVO PARA/BILIQVE CONTENTA» [la natura è contenta del poco e del semplice] e «VOLVPTATES ABEVNTES / SI SAPIS COGITA» [se sei saggio considera la caducità dei piaceri]. Lo stato di conservazione dell’opera è compromesso. Sotto le numerose lacune è possibile però intravedere il supporto sottostante, composto da tre tavole sulle quali sono i segni preparatori delle parti a intarsio cadute.

A realizzare quest’opera per il cavaliere gerosolimitano fra Sabba da Castiglione (Milano, c. 1480- Faenza 1554), umanista e appassionato antiquario, collezionista e mecenate, che dal 1515 prende possesso e dimora nella Commenda di Faenza, è il suo amico fraterno, il domenicano frate intarsiatore Damiano Zambelli nel 1543. La data di realizzazione trova conferma nella scritta in cifre romane visibile a malapena sul lato destro («A[D] M[D]LII[I]»). Insieme alle creazioni di altri artisti, poste da fra Sabba ad arredo ed ornamento del suo studiolo, che era situato presso il campanile della chiesa di Santa Maria Maddalena della Magione a Faenza, la tavola intarsiata è elencata da egli stesso nei suoi Ricordi, overo ammaestramenti (pubblicati nel 1561), nel capitolo dedicato agli «ornamenti della casa». Ispirate a Seneca e, in accordo con la filosofia stoica cristiana, le quattro massime latine, iscritte a tarsia sulla superficie, esortano l’individuo alla moderazione, alla sobrietà e al controllo, e richiamano alla funzione di tavola da mensa dell’oggetto. Figura nel primo testamento di fra Sabba, redatto nel gennaio 1546, come «quadrettum unum (a mensa) ligneum (opera quidem non Humana sed divina potius)» [Un quadretto (a tavola) ligneo (certamente un’opera non umana, ma piuttosto divina)], assieme ad altre opere del maestro domenicano in suo possesso, ed ora perdute, due pannelli con Teste di santi, i cosiddetti “quadri di tarsia”, e una piccola daga con manico intarsiato. La tavola è poi menzionata nel secondo e ultimo testamento di Sabba da Castiglione, dettato nel 1550, dopo la morte dell’amico: «mensam unam, quadrum nuncupatam, intersiatam, manu eiusdem fratris Damiani» [una tavola, chiamata quadro, intarsiata a mano dallo stesso fratello Damiano]. Oltre alla tavola da mensa, la Pinacoteca di Faenza conserva alcuni pezzi d’arredo della dimora di Sabba da Castiglione alla Commenda, ovvero «una urna antica di alabastro orientale, con alcune vene di calcedonio», nominata tale nei Ricordi, il busto in marmo di San Giovannino, attribuito a Benedetto da Maiano, e il rilievo in terracotta con San Girolamo in preghiera di Alfonso Lombardi.

CASADEI 1991
S. Casadei, Pinacoteca di Faenza, Bologna 1991, p. 57, n. 110

CORTESI 2000
S. Cortesi, (a cura di). I due testamenti di fra Sabba da Castiglione, Faenza 2000, pp. 34, 36, 172, 178

COVA 2018
P. Cova, Le arti e la spada: la committenza artistica dei Templari e dei cavalieri di Malta in Emilia e in Romagna, a cura di M. Medica, F. Lollini, Bologna 2018, p. 148

FERRETTI 2004
M. Ferretti, A. Colombi Ferretti, Due amici di Fra Sabba. Damiano da Bergamo e Francesco Menzocchi. In Sabba da Castiglione, 1480 – 1554, Dalle corti rinascimentali alla commenda di Faenza, atti del convegno di Faenza, 19 – 20 maggio 2000, a cura di A. R. Gentilini, Firenze 2004, pp. 379-436

MASCHERETTI 2021
L. Mascheretti, Fuori dai cori: tre “quadri di tarsia” di fra Damiano Zambelli da Bergamo (1480 circa – 1549), catalogo della mostra a cura di L. Mascheretti (Bologna, Museo Davia Bargellini, 02.10.-05.12.2021), Parigi 2021

THORNTON 2004
D. Thornton, “Le mie cose”: Fra Sabba da Castiglione e i suoi oggetti. In Sabba da Castiglione, 1480 – 1554. Dalle corti rinascimentali alla commenda di Faenza, atti del convegno di Faenza, 19 – 20 maggio 2000, a cura di A. R. Gentilini, Firenze 2004, pp. 313-328, in particolare p. 320

Le immagini sono di proprietà della Pinacoteca Comunale di Faenza. Per l'utilizzo delle immagini, scrivere a infopinacoteca@romagnafaentina.it.

scheda opera redatta da
Alice Festi