Profeta Baruch

Profeta Baruch

Giovanni di Balduccio

data opera
1332 - 1334
tecnica
marmo
dimensioni
33 x 17,5 x 11 cm
provenienza opera

Bologna, Cappella Magna della Rocca di Galliera, 1334: Bologna, chiesa di San Francesco, 1335-post 1568: Bologna, chiesa di San Domenico. Disperso nel 1604; documentato in Pinacoteca dal 1889

descrizione breve

Una delle più prestigiose opere di Giovanni di Balduccio trova spazio nella Pinacoteca di Faenza. Si tratta di una parte dell’importante polittico commissionato dal cardinale francese Bertrand du Pouget, per la cappella Magna della Rocca di Galliera a Bologna, in occasione del rientro di papa Giovanni XXII da Avignone. Un frammento della cuspide marmorea raffigura il profeta Baruch, come indica il cartiglio, fedele scriba del profeta Geremia che registrava tutte le profezie a lui dettate. Lo sguardo e lo scorcio del personaggio indicano da subito la posizione della cuspide, a destra dell’asse principale del polittico. Dopo la ribellione dei bolognesi contro il papa nel 1334 e la distruzione della Rocca di Galliera, il polittico fu assegnato alla basilica di San Domenico di Bologna, dove fu collocato sull’altare maggiore e lì ricordato dalla Vita di Cola di Rienzo, di un anonimo autore romano del Trecento, e nelle Vite di Giorgio Vasari (edizione del 1568). Nel 1605 l’opera risulta già smembrata e dispersa, e nel il frammento pervenne alla Pinacoteca di Faenza dove la riconobbe Cesare Gnudi nel 1949, mettendola a confronto con la figura di Giuseppe del frammento di predella con la Natività di collezione privata Poggi Cavalletti a Bologna. In occasione della mostra Giotto e le arti a Bologna (Bologna, dicembre 2005 – marzo 2006) è stata proposta una ricostruzione dell’aspetto originale dell’opera, sul modello del già esistente polittico di Tommaso d’Andrea Pisano nella Chiesa di San Francesco a Pisa.

collocazione
n° inventario
71

Nel frammento faentino lo stile di Giovanni di Balduccio si riconosce subito dalle iridi piombate (l’effetto scuro è infatti ottenuto con l’inserimento di piombo), dal taglio allungato degli occhi oltre lo zigomo e dal motivo a cerchietti sul bordo della veste del profeta (Tarantelli 2009). Cesare Gnudi (1949) confermò la somiglianza mettendo il frammento con Baruch a confronto con la figura di San Giuseppe dalla scena della Natività dell’ipotetica predella.

La cuspide col profeta Baruch faceva parte in origine del grandioso polittico marmoreo commissionato a Giovanni di Balduccio dal cardinale francese Bertrand du Pouget. L’opera venne collocata nella Cappella Magna della Rocca di Galliera che il cardinale aveva fatto costruire a Bologna come sede provvisoria durante il ritorno di papa Giovanni XXII da Avignone a Roma. Per questa impresa Bertrand du Pouget chiamò anche Giotto di Bondone che lavorò insieme a Giovanni di Balduccio e probabilmente influenzò lo stile dello scultore. Oltre al polittico marmoreo, per la stessa cappella Giovanni di Balduccio eseguì due statue, parte di una Annunciazione, oggi conservate al J. P. Getty Museum di Los Angeles (Caglioti 2005).

I bolognesi si ribellarono il 17 marzo 1334, i legati riuscirono a fuggire dalla città ma la Reggia Papale fu devastata e distrutta. Un documento datato 27 marzo 1334 (Guidicini 1872; Medica 1990) testimonia che il polittico dovette passare alla chiesa di San Francesco, ma già un anno dopo, secondo un documento dell’8 luglio 1335 (Hubert 1993), l’altare passò alla chiesa di San Domenico, dove due anni dopo lo vide un anonimo scrittore romano che lo ricorda “ene de alabastro, opera pisana, valore del X milia fiorini” (Cronica, 1357-1358 ca). È molto probabile che il cronista si sia sbagliato sul materiale e sulla valutazione, davvero eccessiva: pensiamo ad esempio che la decorazione di Giotto della cappella Bardi costò circa un decimo, ovvero 1221 fiorini (Medica in Giotto e le arti a Bologna 2005). In seguito Vasari, nella edizione giuntina delle Vite (1568), menziona il polittico ancora al suo posto, con al centro “la Nostra Donna ed altre otto figure assai ragionevoli”, attribuendolo però a Giovanni Pisano. Un secolo dopo l’opera risultava già smembrata e dispersa. Solo nel 1935 Filippini (1935) riuscì ad attribuire il perduto complesso dei marmi a Giovanni di Balduccio: lo studioso gli attribuì anche il San Pietro Martire del Museo Civico Medievale e il San Domenico del Musée Grobet-Labadie, Ragghianti (1939) riconobbe il San Petronio del Museo di Santo Stefano a Bologna (in origine raffigurava San Nicola di Bari) e Valentiner (1938) gli attribuì la Madonna col Bambino dell’Institute of Arts di Detroit.

Dopo il ritrovamento del documento datato 1461 che menzionava la predella (Girelli 2023), Gnudi (1946-48; 1949) riuscì a rintracciarla in collezione privata Poggi Cavalletti a Bologna. Lo stesso studioso per la prima volta riconobbe nella cuspide una parte del polittico della Rocca di Galliera.

La presenza della predella permise di mettere a confronto l’opera di Giovanni di Balduccio col polittico marmoreo di Tommaso d’Andrea Pisano dalla chiesa di San Francesco a Pisa (Kreytenberg 1990). Sul modello di quest’ultimo, il polittico della Rocca di Galliera è stato ricostruito in occasione della mostra di Giotto e le arti a Bologna (2005).

CAGLIOTI 2005
F. Caglioti, Giovanni di Balduccio a Bologna: l”Annunciazione’ per la rocca papale di Porta Galliera (con una digressione sulla cronologia napoletana e bolognese di Giotto), in “Prospettiva”, 117/118, 2005, pp. 21-62

COVA 2015
P. Cova in Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi (Bologna, 14 febbraio-17 maggio 2015), Bologna 2015, p. 54 scheda n. 5

CRONICA 1357-1358 circa
Anonimo Romano, Cronica, ed. a cura di Giuseppe Porta, Milano 1979, pp. 23-24

D’APUZZO 2012
M. G. D’Apuzzo, in Bologne et le pontifical d’Autun. Chef-d’oeuvre inconnu du premier Trecento, 1330-1340, catalogo della mostra a cura di François Avril (Autun 12 settembre-9 dicembre 2012) 2012, pp. 72-73, scheda n. 4

FILIPPINI 1935
F. Filippini, L’antico altare maggiore in San Domenico attribuito a Giovanni Pisano, in “Bologna. Rivista mensile del Comune”, XXII, 1935, 4, pp. 19-23

GIRELLI 2023
F. Girelli, Giovanni di Balduccio prima di Milano. La scalata al successo, Perugia 2023, pp. 1326-1335

GNUDI 1946-48
C. Gnudi, Un altro frammento dell’altare bolognese di Giovanni di Balduccio, in “Belle Arti”, I, 1946-48, pp. 165-181

GNUDI 1949
C. Gnudi, Ancora per l’altare bolognese di Giovanni di Balduccio, in “Critica d’Arte”, VIII, 1, 1949, p.73-75

GUIDICINI 1872
G. B. Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia storia cronologica de’suoi stabili sacri, pubblici e privati, per Giuseppe di Gio.Battista Guidicini, pubblicata dal figlio Ferdinando e dedicata al Municipio di Bologna, IV, Bologna, 1872, p. 344

HUBERT 1993
H. H. Hubert, Der Palazzo Comunale von Bologna. Vom Palazzo della Biada zum Palatium Apostolicum, Koln-Weimar-Wien 1993, p. 33, n. 12

KREYTENBERG 1990
G. Kreytenberg, Un tabernacolo di Giovanni di Balduccio per Orsanmichele a Firenze, in “Boletín del Museo Arqueológico Nacional (Madrid)”, VIII 1990, pp.35-57

MEDICA 1990
M. Medica, Un San Domenico per l’altare bolognese di Giovanni di Balduccio, in “Arte a Bologna. Bollettino dei Musei Civici d’Arte Antica”, 1, 1990, pp. 11-20

MEDICA 2005
M. Medica, Giotto e Giovanni di Balduccio: due artisti toscani per la sede papale di Bologna, in Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto, catalogo della mostra a cura di M. Medica (Bologna, Museo Civico Medievale, 3 dicembre 2005-28 marzo 2006), Cinisello Balsamo 2005, pp. 11-20

RAGGHIANTI 1939
C. L. Ragghianti, Aggiunta a Giovanni di Balduccio, in “Critica d’arte”, IV 1939, II, p. XIV

TARANTELLI 2009
P. Tarantelli, in Giotto e il Trecento. Il più sovrano maestro stato in dipintura, catalogo della mostra a cura di A. Tomei, Roma 2009, 2 voll., II, p. 267 scheda n. 109

VALENTINER 1935
W. R. Valentiner, in Exhibition of old masters. Catalogue of Italian Gothic and Early Renaissance Sculptures, catalogo della mostra a cura di W.R. Valentiner (Detroit, The Detroit Institute of Art, 7 gennaio-20 febbraio 1938), Detroit 1938, scheda n. 9

VASARI 1568
G. Vasari, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettura (1568) ed. a cura di R. Bettarini, P. Barocchi, Firenze 1966-1987, vol. II, 1967, p. 67

Le immagini sono di proprietà della Pinacoteca Comunale di Faenza. Per l'utilizzo delle immagini, scrivere a infopinacoteca@romagnafaentina.it.

scheda opera redatta da
Daria Borisova