Martirio di Sant’Eutropio

Martirio di Sant’Eutropio

Biagio Manzoni

data opera
1625 ca.
tecnica
olio su tela
dimensioni
271 x 178 cm
provenienza opera

soppressioni napoleoniche, già nella chiesa distrutta di Sant’Eutropio a Faenza

descrizione breve

Il dipinto descrive con particolare crudezza la decapitazione del vescovo Eutropio, in seguito eletto dalla devozione popolare come il santo protettore contro l’emicrania. Mentre il boia si allontana dal luogo del martirio con l’ascia in spalla, due uomini sono intenti a sollevare il corpo di Eutropio e un terzo ne raccoglie il piviale e il pastorale. In primo piano si vede il capo mozzato a terra. Il dipinto è stato a lungo attribuito a Michele Manzoni, e si deve a Roberto Longhi, nel 1957, il riconoscimento dell’autografia di Biagio Manzoni, pittore faentino influenzato dall’attività romana di Caravaggio. Le citazioni dal grande pittore lombardo sono evidenti nell’angelo che regge la palma del martirio e nell’uomo di spalle con le braghe rosse che trasporta il corpo decapitato del santo, che ricorda molto uno dei personaggi del Martirio di San Pietro di Caravaggio nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.

n° inventario
134

Il dipinto in oggetto raffigura in maniera straordinariamente cruda l’atto della brutale decapitazione del vescovo Eutropio, che, in seguito, verrà venerato come il santo patrono contro l’emicrania. Nella scena, il boia si allontana dal luogo del martirio portando con sé un’ascia sulle spalle. Nel frattempo, due uomini si dedicano a sollevare il corpo senza vita di Eutropio, mentre un terzo individuo raccoglie il suo piviale e il pastorale.

In primo piano a sinistra è il corpo del martire, con il collo sanguinante rivolto allo spettatore, mentre a destra sul terreno giace la testa mozzata: l’artista non poteva trovare soluzione più cruda e intensa per rappresentare l’evento. Per molto tempo, questo dipinto è stato erroneamente attribuito a Michele Manzoni, pittore dalla biografia poco nota del quale sembra certa solo la morte nel 1666. Nel 1957 Roberto Longhi ha correttamente ricondotto l’opera al faentino Biagio Manzoni. Le pochissime notizie circa l’attività di questo artista rendono molto difficile ricostruire la storia del dipinto. È però evidente nella tela la fascinazione verso la pittura di Caravaggio. Proprio Roberto Longhi definì Manzoni “caravaggesco di periferia” e aggiungeva come nel Martirio di Sant’Eutropio il pittore sia giunto a un risultato esplicitamente “senza decoro” nel solco della tradizione caravaggesca per il “verismo letterale che percorre l’intera opera” (Paragone, 1957, n. 89, p. 43, f. 27).

In quell’occasione Longhi attribuiva la paternità di altri dipinti al pittore faentino, il Martirio di San Sebastiano del Louvre e L’Incredulità di San Tommaso della chiesa dei Cappuccini di Faenza.

Nella tela della Pinacoteca faentina Daniele Benati ha notato evidenti rimandi alla pittura romana di primo Seicento, e segnatamente a Caravaggio: lo sgherro con le braghe rosse raffigurato di spalle trae ispirazione da quello nel Martirio di San Pietro nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, da cui deriva anche l’angelo che vola con la palma del martirio, un modello peraltro ben consolidato nelle composizioni dell’artista lombardo.

ARCANGELI 1959
F. Arcangeli, in Maestri della pittura del Seicento emiliano, catalogo della mostra a cura di F. Arcangeli, M. Calvesi, G. C. Cavalli, A. Emiliani, C. Volpe (Bologna, Palazzo dell’Archiginnasio, 26 aprile-5 luglio 1959), Bologna 1959, pp. 267-268, scheda n. 40

BENATI 2008
Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni, catalogo della mostra (Forlì, Musei di San Domenico, 20 gennaio – 22 giugno 2008) a cura di D. Benati e A. Paolucci, Cinisello Balsamo 2008, pp. 268-269, n. 63

CASADEI 1991
S. Casadei, La Pinacoteca di Faenza, Bologna 1991 pp. 96-97, n. 202

CELLINI 1992
M. Cellini, in Biblia Pauperum. Dipinti dalle diocesi di Romagna 1570-1670, catalogo della mostra a cura di N. Ceroni, G. Viroli (Ravenna, Museo Nazionale), Bologna 1992, pp. 199-202, scheda n. 63

COLOMBI FERRETTI 1982
A. Colombi Ferretti, Dipinti d’altare in età di Controriforma in Romagna 1560-1650, Bologna 1982 pp. 34-35

COLOMBI FERRETTI 1999
A. Colombi Ferretti, in Seicento eccentrico: pittura di un secolo da Barocci a Guercino tra Marche e Romagna, catalogo della mostra (San Leo, Fortezza Rinascimentale, 26 giugno – 24 ottobre 1999) a cura di A. Marchi, Firenze 1999, pp. 104, 106, nn. 34-35

LONGHI 1957
R. Longhi, Michele Manzoni caravaggesco di periferia, in “Paragone”, n. 89, 1957, Firenze pp. 42-45

PAPI 2006
La “schola” del Caravaggio. Dipinti dalla Collezione Koelliker, catalogo della mostra (Ariccia, Palazzo Chigi, 13 ottobre 2006 – 11 febbraio 2007) a cura di G. Papi, Milano 2006, pp. 144-145, n. 37

Le immagini sono di proprietà della Pinacoteca Comunale di Faenza. Per l'utilizzo delle immagini, scrivere a infopinacoteca@romagnafaentina.it.

scheda opera redatta da
Sveva Carnevale