Crocifissione e Ascensione di San Giovanni Evangelista
lascito dell’Ospedale Civile, Faenza, 1884
Il Maestro di Faenza venne così nominato da Edward Garrison (1949) in virtù proprio di questa piccola tavoletta dalla Pinacoteca. Essa rappresenta in due registri sovrapposti la Crocifissione con san Pietro in quello superiore, e l’Ascensione di san Giovanni Evangelista in quello inferiore, episodio quest’ultimo che deriva dal testo apocrifo degli Atti di Giovanni e che è stato spesso scambiato dalla critica per una Discesa al Limbo. La scena, infatti, rappresenta il momento in cui san Giovanni Evangelista prega Cristo affinché lo accolga in Cielo, dopo aver chiesto a due uomini di scavargli una fossa in cui si è fatto calare.
Le attribuzioni che riguardano quest’artista sono per la maggior parte generiche, sempre concentrate sulla provenienza emiliano-romagnola dell’artista, operante alla fine del Duecento, e sulla vicinanza del suo stile alla miniatura bolognese.
- Van Marle 1923, I, p. 360; Servolini 1944, p. 12; Garrison 1949, p. 114; Archi 1957, p. 19; Casadei 1991, p. 29; Valagussa 1995, p. 146: fino a Valagussa 2002, p. 120[↩]
- J.Hamburger, St.John the Divine, Berkeley, 2002, p. 273, n.133; G.Kaftal, Iconography of the Saints in Tuscan painting, Firenze, 1952, p. 570[↩]
- inv.310; attribuite allo stesso maestro per la prima volta da Garrison 1949, p. 236, n.664[↩]
- Cuppini 1951-1952; ipotesi confermata da Tambini 1982; Tambini 2006, p. 85[↩]
- la vicinanza stilistica a Giunta è stata sottolineata anche da Corbara 1951; Tambini 1982, p. 48; Valagussa 1995, p. 146; Giorgi 2004[↩]