Cristo in casa di Simone Fariseo

Cristo in casa di Simone Fariseo

Marco Marchetti detto Marco da Faenza

data opera
1578-1580 ca.
tecnica
olio su tavola
dimensioni
230 x 166 cm
provenienza opera

Faenza, Chiesa di San Matteo

descrizione breve

L’episodio è riportato nel Vangelo secondo Luca (LC 7, 36-50) e narra dell’invito rivolto a Gesù da parte di uno dei farisei. Una donna, avendo saputo che Gesù si trovava a casa del fariseo, e riconoscendosi peccatrice, gli si avvicinò, si rannicchiò ai suoi piedi e li bagnò di lacrime, baciandoli e cospargendoli di olio profumato.

Marco da Faenza ha rappresentato questo tema in una pala affollata di personaggi che tuttavia sembrano quasi non accorgersi dell’evento, seduti a tavola o affaccendati nel portare cibi e bevande. In primo piano, il vaso che conteneva l’unguento è una tipica produzione ceramica faentina del periodo; queste forme decorative semplici su fondo bianco sono note appunto come “bianchi di Faenza”.

n° inventario
158

Il dipinto, lodato da Luigi Lanzi (Casadei 1991) fu preso in considerazione per la prima volta dallo storico locale Valgimigli (1871), che lo ricordava nella Pinacoteca di Faenza “trasportato dalla chiesa di s. Matteo”. Lo studioso ottocentesco – seguito da tutta la critica successiva – considerò l’opera già esistente nel 1573 sulla base di una presunta menzione in una visita pastorale di quell’anno, nella quale il vescovo Marchesini notava una “pulcra icona deaurata” appunto nella chiesa di San Matteo. La menzione (Archivio Vescovile di Faenza, Visita Marchesini, 1573, c. 142 recto e verso), in realtà, non chiarisce il soggetto dell’icona, specificando per di più il fatto che era dorata, caratteristica che non corrisponde in alcun modo con la pala di Marchetti, a meno che non si intendesse la presenza di una cornice dorata.

Antonio Corbara, nel 1939, sulla base della notazione di Valgimigli, confermò la data 1573 considerando la pala “una delle più antiche” di Marchetti, e facendo seguire a queste nozioni storiche un giudizio del tutto negativo non solo sul dipinto in questione, ma anche su tutta l’opera del pittore faentino. Sauro Casadei (1991), tuttavia, sulla scorta di una successiva scheda di Antonio Corbara (1951), lo indicò come “considerato il capolavoro del Marchetti dalla letteratura successiva [a Luigi Lanzi]”.

Il tema, dal punto di vista compositivo e iconografico, deriva dall’invenzione di Raffaello divulgata in incisione da Andrea Andreani (Bartsch, XII, p. 40, n. 17) e da Marcantonio Raimondi, che ha tramandato l’aspetto di un affresco distrutto che si trovava sulla volta della Cappella della Santa Maddalena a Trinità de’ Monti a Roma.

Il tema figura infine, in forme molto prossime al dipinto di Marchetti, in un analogo affresco di Raffaellino da Reggio nelle Logge di Gregorio XIII in Vaticano (Bigi Iotti, Zavatta 2008, p. 71), cantiere al quale partecipò anche Marco da Faenza. L’invenzione dell’artista reggiano fornì probabilmente a Marchetti uno spunto compositivo, sviluppato dall’artista romagnolo con orientamento verticale anziché orizzontale. In ogni modo, questo abbinamento sembra indicare una cronologia più avanzata per il dipinto, che potrebbe esser stato realizzato intorno al 1580.

CASADEI 1991
S. Casadei, Pinacoteca di Faenza, Bologna 1991, p. 9, n. 14

CASADEI 1992
S. Casadei, Marco Marchetti. 9. Adorazione dei pastori, in Biblia pauperum. Dipinto dalle diocesi di Romagna 1570-1670, a cura di N. Ceroni and G. Viroli, Bologna 1992, pp. 33-35

CECCHI 1977
A. Cecchi, Pratica, fierezza e terribilità nelle grottesche di Marco da Faenza in palazzo Vecchio a Firenze, in “Paragone”, XXVIII, 1977, 329, pp. 6-26

COLOMBI FERRETTI 1988
A. Colombi Ferretti, Marco Marchetti detto Marco da Faenza, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, 2 voll., Milano 1988, vol. II, p. 762

CORBARA 1939 (ed. 1986)
A. Corbara, Aspetti del tardo manierismo faentino (1939), in Gli artisti. La città, studi sull’arte faentina di Antonio Corbara, Bologna 1986, pp. 191-221 (p. 214)

LANZI 1816
L. Lanzi, Storia pittorica della Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII Secolo, 6 voll., Pisa 1815-1817, vol. V, 1816, p. 74

MAZZA 2001
A. Mazza, La galleria dei dipinti della Cassa di Risparmio di Cesena, Milano 2001, p. 118

GRANDINI 2002
D. Grandini, La pittura devozionale di Marco Marchetti artista faentino del Cinquecento, in “Studi romagnoli”, LIII (2002), pp. 433-442 (p. 439)

VALGIMIGLI 1869
G.M. Valgimigli, Dei pittore e degli artisti faentini de’ secoli XV e XVI, Faenza 1869, p. 97

VALGIMIGLI 1871
G.M. Valgimigli, Dei pittore e degli artisti faentini de’ secoli XV e XVI, Faenza 1871, p. 101

ZAVATTA 2023
G. Zavatta, Marco Marchetti, in M. Calogero, D. Gasparotto, M. Minardi, C. Ravanelli Guidotti, A. Tambini, G. Zavatta Storia delle arti figurative a Faenza. Il Cinquecento, parte seconda, Faenza 2023, pp. 57-70 (p. 59)

Le immagini sono di proprietà della Pinacoteca Comunale di Faenza. Per l'utilizzo delle immagini, scrivere a infopinacoteca@romagnafaentina.it.

scheda opera redatta da
Giulio Zavatta