Auguste Rodin,
Ritratto della moglie Rose Beuret
Ritratto della moglie Rose Beuret

Il bronzo di Rose Beuret raffigura il volto di una donna dagli occhi chiusi e con i capelli corti. La modellazione comprende solo il viso e i lati del capo, quasi a forma di maschera.
Si tratta di un pregevolissimo esempio della ritrattistica di Rodin, giocata sull’ambivalenza fra “finito” e “non finito” (quest’ultimo in bilico fra l’esempio michelangiolesco e la vibralità impressionistica). La persona, più che ritratta nel senso classico del termine, è colta in un momento di sospensione esistenziale. Ricca di un’energia interiore indifferente ad ogni dettaglio.
L’opera giunse a Faenza, insieme all’altra scultura, per l’Esposizione Torricelliana del 1908, grazie all’interessamento del critico Ricciotto Canudo.
Le due opere pervennero con una lettera dell’autore che autorizzava G. Ballardini a trattenerle. Nel 1924 furono consegnate alla pinacoteca.
♦ Biografia dell’artista
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