Sergio Vacchi (Castenaso di Bologna, 1925 – Siena, 2016)
, Senza titolo

Sergio Vacchi (Castenaso di Bologna, 1925 – Siena, 2016),
Senza titolo

 

Sergio Vacchi, Senza titolo, 1977, Olio su tela, 98x69
olio su tela,  1977, cm. 98×69, N. inv. 1786

Tra il 1977 e il 1978 Sergio Vacchi si cimenta in un nuovo ciclo chiamato dei Capricci. In esso ricorrono molti elementi già affrontati negli anni precedenti.

Infatti ritornano, in ambientazioni sabbiose e crepuscolari, donne nude, spiagge, conchiglie e barche o entità amorfe disperse. Il contesto però è diverso: non c’è più un cielo scuro e buio, ma una luce diffusa, innaturale, quasi una nebbia che avvolge la scena.

In quest’opera quasi tutti gli elementi sono praticamente solo abbozzati, ad eccezione delle conchiglie, colorate di un rosso acceso, poste, al centro del dipinto, all’interno di un cesto, e sul cui bordo è appoggiata la figura femminile principale.

Il focus dell’opera è quindi puntato sulla femminilità. Infatti la conchiglia è simbolo del femminile, sia per la forma concava ed avvolgente che ne richiama l’organo sessuale, che per la bellezza, il fascino, la straordinaria varietà delle sue forme. La conchiglia protegge e conserva, difende, trasforma e può generare qualcosa di “prezioso”.

Però la stessa conchiglia, se aperta, come in qualche caso all’interno del cesto, può simboleggiare anche il timore della sessualità femminile, e il fatto stesso che la ragazza volga le spalle allo spettatore e non voglia entrare in rapporto visivo con lui lascia intendere un diniego di ogni possibile interazione.

Il senso di estraneità e desolazione dato dalla scena viene accentuato dalla barca sullo sfondo che si sta allontanando dalla riva, abbandonando le sponde su cui lascia la donna e le rovine di una civiltà morta e in degrado.

Da sottolineare come, a parte il rosso vivido delle conchiglie, i colori a cui Vacchi affida il proprio discorso artistico siano quelli metallici dell’oro e dell’argento, a sottolineare una ricchezza e uno sfarzo ormai inadeguati alla scena rappresentata.

 

♦ Biografia dell’artista
← La collezione Bianchedi Bettoli / Vallunga