Agnolo Bronzino (Firenze, 1503 – 1572),
Ritratto di Luca Martini

Il quadro ritrae il celebre agronomo Luca Martini, attivo alla corte dei Medici, ritratto di tre quarti e con in mano un cesto di frutta.
Attribuito da Adolfo Venturi e Corrado Ricci a Sebastiano Del Piombo, come riferisce Achille Calzi nel 1909. Bernard Berenson lo assegna al Bronzino, mentre Andrea Emiliani alla bottega.
Ennio Golfieri e Edi Baccheschi in seguito hanno indagato sul problema del rapporto tra l’opera conservata in Pinacoteca Comunale e il Ritratto di Luca Martini del Bronzino a Palazzo Pitti, oltre che con la perduta pala dello stesso artista, realizzata per il Duomo di Pisa e purtroppo perduta.
È il Vasari a dare qualche indicazione per chiarire il problema di questa tavola: ” Andato poi a Pisa, dove fu richiamato dal Duca, fece per Sua Eccellenza alcuni ritratti; e a Luca Martini, suo amicissimo, anzi non pure di lui solo, ma di tutti i virtuosi affezionatissimo veramente, un quadro di Nostra Donna molto bello, nel quale ritrasse detto Luca con una cesta di frutte, per esser stato colui ministro e provveditore per lo detto signor duca nella dissecazione de’ paduli ecc.”.
A questa particolare invenzione fa riferimento dunque più il ritratto faentino che non quello, più famoso, della Galleria Pitti, dove il Martini regge in mano una carta topografica della regione pisana.
È possibile dunque che il ritratto di Faenza rappresenti una derivazione dal quadro pisano ricordato dal Vasari, mentre il dipinto palatino rappresenta certamente una variante di quella prima invenzione simbolica.
♦ Biografia dell’artista
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