Tommaso Minardi (Faenza, 1787 – Roma, 1871),
L’Ultima Cena

Completamente assente dagli studi su Minardi a causa delle pessime condizioni conservative, a cui ha posto magistralmente rimedio Valerio Contoli nel 1993, è stato reso noto in quello stesso anno per la prima volta da Sauro Casadei. Sul retro la scritta “Di ragione del[l’] Orfanotrofio degli Esposti di Faenza”, ha consentito di appurarne la provenienza come deposito della Congregazione di Carità, come per la Cena in Emmaus. A tutt’oggi, però, non è stato possibile reperire documenti che consentano di stabilire la data del deposito, ma è certo che deve trattarsi di uno dei saggi inviati da Minardi a Faenza da Roma, negli anni dal 1803 al 1810, a dimostrazione dei progressi compiuti negli studi, grazie al sussidio della Congregazione.
Maria Rita Bentini collega il dipinto alle incisioni tratte da un’opera di Nicolas Poussin (Les Andelys, 1594 – Roma, 1655), l’Eucarestia, dalla serie raffigurante I sette sacramenti dipinta dal maestro francese attorno al 1647 per Paul Freary de Chantelou. Prima del 1803 Minardi, alla scuola di Giuseppe Zauli, suo maestro a Faenza negli anni giovanili, si esercita sulle stampe acquistate dal Municipio nel 1797, in cui le incisioni da Poussin sono presenti in buon numero.
La veste cromatica, nonostante i danni subiti alla tela, appare raffinata e vicina cronologicamente alla Cena in Emmaus.