Marco Palmezzano (Forlì, 1459 – 1539)
, Sant’ Ambrogio (?)

Marco Palmezzano (Forlì, 1459 – 1539),
Sant’Ambrogio (?)

Marco Palmezzano, S. Ambrogio (?)
olio su tavola, primo decennio sec. XVI, cm. 65,5×62,5 (cornice di cm. 8), dalla chiesa di Sant’Agostino di Faenza, N. inv. 109

Da un recente restauro è stato riscontrato che le due tavole (questa e San Girolamo) oltre ad avere simili misure, presentano anche simili venature del legno, quindi è lecito pensare che facessero parte di uno stesso complesso. Non sappiamo se originariamente fossero a figura intera o a mezzo busto, ma furono viste nel 1777 nella sacrestia della chiesa di Sant’Agostino da Marcello Oretti.

La figura in cappa rossa, con l’abito bianco, colto nell’atto di leggere il libro della Sacra Scrittura, è stato identificato come San Girolamo. L’altra figura con il pastorale, il libro, la mitria bianca e il piviale riccamente ornato, è stato variamente interpretato: come un Dottore della Chiesa, come Sant’Agostino o come Sant’Ambrogio. Anche in queste due tele è evidente l’influsso della pittura veneta ed in particolare del Bellini: una luce proveniente dall’alto illumina e risalta i volti dei due Santi.

Qualcuno avanza l’ipotesi che queste due tavole, il Sant’Agostino e Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele, facessero parte di un’unica pala agostiniana, altri invece sostengono che i due frammenti abbiano fatto parte di una pala distinta da quella con Sant’Agostino e Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele.

♦ Biografia dell’artista
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