Pittura d’altoforno. Impressioni di Giuseppe Tampieri per l’ILVA (1956-1960)

PITTURA D’ALTOFORNO
Impressioni di Giuseppe Tampieri per l’ILVA (1956-1960)

PRESENTAZIONE  •  OPERE

Con l’esposizione delle illustrazioni realizzate per la rivista aziendale Noi dell’ILVA, si auspica di far conoscere un ulteriore ed interessante aspetto della figura artistica di Giuseppe Tampieri.

Trasferitosi a Genova all’inizio degli anni ’50, collabora con la redazione dell’ILVA per la creazione delle immagini di copertina del mensile. Nel periodo dal 1957 al 1960 la sua opera pittorica entrerà così nelle case di ben 24.000 famiglie di lavoratori siderurgici, dal nord al sud d’Italia.

La siderurgia: un campo considerato, probabilmente dalla maggioranza degli artisti, come antipittoresco, scarsamente suggestivo ed antiarmonico per linee e caratteristiche espressive.

Giuseppe Tampieri, invece, “pur nel vertiginoso succedersi di immagini e nell’assordante lavoro delle ferriere, si mantiene un accorto illustratore”. Così lo descrivevano i colleghi della redazione.

E ancora, le sue tavole di copertina, a tempera o ad acquerello, sono un’ulteriore testimonianza di come l’artista non abbia mai trattato il colore come un accessorio, ma lo abbia invece elevato a forma, volume, oggetto nello spazio; è il colore, per Tampieri, a costruire visivamente le cose e la realtà.

Nell’agosto del 1959 lo scrittore, poeta, critico d’arte Garibaldo Marussi ne traccerà questo profilo – sintetico ma incisivo: «Tampieri è un giovane che, inequivocabilmente, ha il gusto del colore, del quale sa fare uso con molta sottigliezza e con buon gusto».

Oltre alle copertine del periodico, l’artista venne anche incaricato dall’ILVA di illustrare i biglietti di rappresentanza nonché i fascicoli da distribuire in occasione dell’Assemblea degli azionisti, una sorta – diremmo oggi – di immagine coordinata aziendale.

Alla raccolta delle illustrazioni qui presentate, che portava il titolo originario Impressioni di Giuseppe Tampieri, abbiamo voluto dare un ulteriore appellativo, quasi onomatopeico: PITTURA D’ALTOFORNO, per rendere reali le sensazioni, l’atmosfera, il calore, i rumori che hanno ispirato il nostro artista.

Patrizia Capitanio

Brevi note sulla rivista Noi dell’ILVA

La rivista della grande impresa siderurgica sorta nel 1897 con la denominazione “Società anonima degli alti forni e fonderia di Piombino”, sarà diffusa fino al 1960 quando, con la nascita del nuovo polo siderurgico di Taranto, dovrà cedere il passo alla nuova testata Italsider notizie (1961-1972). Sino al 1960 il periodico entrò nelle case dei dipendenti di ben 15 stabilimenti ILVA (presenti in Liguria, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania).

La rivista voleva testimoniare con il titolo Noi dell’ILVA la volontà di “integrazione dell’aspetto aziendale con l’aspetto familiare, sociale, personalistico ed irripetibile dell’individuo che, in tutti questi aspetti manifesta ed afferma solamente la sua esistenziale unicità e onnicomprensività”. Gli argomenti trattati riguardavano infatti sia la vita dell’azienda sia l’attualità e il costume, lo sport e la cultura, i viaggi e gli hobbies in voga in quegli anni.