GIUSEPPE TAMPIERI
LA FIGURA FEMMINILE
Rione Verde, Via Cavour 37 Faenza
2 GIUGNO – 24 GIUGNO 2018
Celebrazione dei 100 anni della nascita dell’artista faentino con tre mostre, nel periodo primaverile. Oltre alla mostra sul lavoro all’Ilva in Pinacoteca, una mostra al Rione Verde sulla figura femminile ed una a Tredozio dedicata alla pittura mediterranea di Tampieri.
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- Pittura d’altoforno. Impressioni di Giuseppe Tampieri per l’ILVA (1956-1960).
Mostra in Pinacoteca 3 maggio- 31 luglio 2018 - Mediterranea. L’arte di Giuseppe Tampieri.
Palazzo Fantini Tredozio, 12 maggio – 1 luglio 2018. Giorni festivi
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La mostra, realizzata con opere di proprietà privata, è dedicata alla FIGURA FEMMINILE nella pittura di Giuseppe Tampieri, un universo di affascinanti modelle, di volti e sguardi sensuali, di nudi dai corpi proporzionati.
Figure femminili che spesso sono ritratte in primo piano celando un’immobile compresenza: la figura maschile in ombra, seminascosta. Sono evocazioni di contrasti tra la donna nuda e l’uomo vestito, tra passionalità e malinconia, tra l’eternità di una bellezza ideale e l’inarrestabile degrado della vita umana, tra lo sguardo rivolto allo spettatore e l’atteggiamento assorto verso un’introspezione personale.
Ci sono infatti più elementi nelle donne di Tampieri, non si tratta semplicemente di personaggi femminili dai bei corpi plastici o abbigliati in modo orientale o spagnoleggiante. È l’artista stesso che, nel corso dell’intervista rilasciata in occasione del suo 95° compleanno, così spiega la sua predilezione per l’universo femminile:
«Esteticamente la donna è più bella dell’uomo, ma non solo. Nella mia vita gli incontri più belli e più ricchi sono avvenuti con il genere femminile. Per me le donne hanno una sensibilità fuori dal comune, sono davvero capaci di sacrifici quando credono in qualcosa. La donna è spesso indecifrabile, ha tanti lati misteriosi e – del resto – l’arte stessa è un mistero; forse per questo io, come artista, ho avuto la fortuna di intendermi sempre con le donne che ho conosciuto».
FIGURE FEMMINILI – eleganti, esotiche, misteriose e sensuali – che Tampieri colora con azzurri lunari, bruni, neri, rossi. Antonio Corbara così le descriveva: «Immagini quasi fantastiche che ricordano la magnificenza delle sete: novelle Olimpie e Maje poste su splendidi fondali rossi o azzurri che ci guardano dai volti di pura e invitante bellezza classica».
Testi e cura scientifica della mostra di Patrizia Capitanio
Biografia di Giuseppe Tampieri
Giuseppe Tampieri (Lugo 9 marzo 1918-Faenza 17 giugno 2014) è stato uno dei grandi artisti del Novecento faentino: pittore, incisore, disegnatore, grafico, scultore. Appassionato anche di letteratura e musica, nel 2009 viene insignito dal Comune di Faenza del riconoscimento di “Faentino sotto la torre” per i suoi meriti civili e per essere stato un raffinato interprete della vitalità culturale cittadina.
La sua prima formazione artistica avviene a Faenza, presso la Scuola comunale di disegno. Si trasferisce poi a Firenze per frequentare i corsi di scultura all’Istituto d’arte e, nel contempo, completare gli studi per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.
Antifascista, nel periodo bellico Tampieri è costretto a continui cambiamenti di residenza, trovando ospitalità presso amici fidati. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Genova, per rientrare definitivamente a Faenza nel 1982.
La sua attività espositiva è stata frenetica: Milano, Firenze, Genova, Faenza, Forte dei Marmi, Catania, Nervi, Barcelona, Imola, Repubblica di San Marino, Lugo, Napoli, Milano Marittima, Montecatini Terme, Cervo, Forlì, Assisi, Amburgo, Siena, Bolsena, Messina, Massa, Sorrento, Verona, Roma, Ravenna.
Tiene mostre personali, partecipa a numerosi concorsi e mostre collettive di pittura e di grafica, continua ad impegnarsi in campo scultoreo con opere anche di grandi dimensioni.
Nonostante l’attivo impegno in campo artistico, Giuseppe Tampieri ha amato molto viaggiare, in particolar modo nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, prima in Sicilia, poi in Sardegna e quindi in Spagna, una sorta di seconda patria, dove soggiornerà almeno quattro volte.
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