[su_heading size=”18″ margin=”15″]DONAZIONE GIUSEPPE TAMPIERI A LUGO
17 marzo – 8 aprile 2018
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Un tributo alla sua città da un lughese “per caso”
Barbara Tampieri
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- Presentazione
- Come piccola antologia
La ‘Donazione Tampieri’ nel contesto del patrimonio artistico lughese del ‘900, Orlando Piraccini – Daniele Serafini - Un tributo alla sua città da un lughese “per caso”
Barbara Tampieri

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Come è destino di tutti i timidi e di chi ha paura di farsi travolgere dalle proprie intense passioni, mio padre, a causa della sua estrema pudicizia nell’esternare i propri forti sentimenti che, se non lo si conosceva bene, poteva essere scambiata per ruvidezza e insensibilità d’animo, diceva sempre di essere nato a Lugo “per caso”.
Eppure io stessa, essendomi formata grazie a lui i più bei ricordi della mia infanzia proprio a Lugo, dove mi portava a trovare i miei adorati zii e gli altri parenti, non capivo il perché di questa puntualizzazione che a me è sempre parsa bizzarra.
Era successo che sua madre, la mia nonna Claudia, approssimandosi la nascita del suo terzo figlio, con il marito al fronte nel momento decisivo e più caotico della prima guerra mondiale, era voluta tornare nella città di origine della famiglia, in seno alla quale avrebbe potuto ricevere maggiore protezione per sé e il bimbo. Dopo pochi mesi, con la pace riconquistata nel paese e la propria vita di giovanissimi sposi da ricostruire, i miei nonni ritornarono nella loro casa a Faenza.
Credo che la motivazione di mio padre di questa attribuzione “casuale” dei suoi natali fosse dovuta all’imprinting, ovvero al fatto che tutti i suoi primissimi ricordi coscienti, nonché in seguito la formazione della sua personalità di uomo e d’artista, fossero stati legati a Faenza, la città dove si erano trasferiti, dopo il matrimonio, i suoi genitori lughesi.
Città che, per una sorta di legge del ritorno, dopo averla abbandonata per un trentennio per trasferirsi a Genova (dove io nacqui) per seguire una carriera che sarebbe stata piena di soddisfazioni, egli volle infine ritrovare nel 1983, per trascorrervi l’ultimo periodo della sua lunghissima e laboriosa vita. Dove originò l’artista è dove l’artista giunse a compimento.
I legami con i luoghi di nascita però, come sa chiunque si sia trovato ad allontanarsene, volontariamente o involontariamente, seguono vie misteriose, per via di quell’altro imprinting inconscio e di sangue che abbiamo con la terra natale. Il destino ha voluto quindi che i ricordi belli d’infanzia a Lugo che a mio padre erano mancati, venissero trasferiti a me e che fossi io a mantenere il legame con la città e un giorno a suggellarlo, nella ricorrenza del centenario della sua nascita, con questa donazione di alcune delle sue opere più rappresentative che considero un atto di amore verso un luogo a me molto caro.
Dicevo dei miei ricordi. Ancora oggi provo quella dolcissima nostalgia che si riserva ai momenti di serenità vissuti ripensando alle passeggiate in piazza, alla Rocca, al Pavaglione, all’eroe Baracca, al Bar Marcello che frequentava mio zio Fausto, ai “fantasmi” dell’”Ala d’Oro”; e poi i vecchi negozi di Via Mazzini, la meravigliosa bambola donatami da Tonino, il cortile silenzioso della casa degli zii in via Manfredi, la zia Gigina sempre indaffarata in cucina, la profumeria della cugina Laura, la simpatia incontenibile e l’affetto dello zio Aldo e dei cugini Pio e Piera, i sapori delle “pavarazze” cucinate da mia zia Maria e accompagnate dai bracciatelli e l’odore della sambuca con la “mosca”. Sono ricordi che mi fanno compagnia e mi riempiono di gratitudine per coloro che me li hanno donati.
Ecco, se dovessi scegliere un mio passato che mi manca e che vorrei riavere oggi è proprio quello rappresentato dalle mie giornate felici trascorse a Lugo.
Questo omaggio che la città ha voluto dedicare alla memoria di mio padre, ospitando le sue opere in una cornice prestigiosa, mi riempie altresì della medesima felicità e sono grata alla città ed alle sue autorità per questa splendida opportunità.
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