[su_heading size=”18″ margin=”15″]IL SAN GIOVANNINO RESTAURATO
17 ottobre – 29 novembre 2009
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FRA SABBA DA CASTIGLIONE

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Fra Sabba da Castiglione, nato a Milano da nobile famiglia, con ogni probabilità nel 1480, dopo gli studi giuridici (interrotti) a Pavia e dopo un soggiorno a Mantova, entrò nell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani di S.Giovanni Battista (poi Ordine di Malta) nel 1505. Da quella data al 1508 fu a Rodi, avamposto cristiano nella lotta contro i Turchi.

Già appassionato ricercatore ante litteram di archeologia, riuscì a procurare, dal suo soggiorno egeo, a Isabella d’Este di Mantova, diversi marmi antichi. Nel 1508, dopo una sosta a Napoli, si trasferì a Roma dove per sette anni fece vita curiale ed ebbe modo di coltivare i suoi molteplici interessi culturali che a Rodi aveva dovuto sacrificare.

Nel 1515 venne chiamato alla Commenda di Faenza, incarico che accettò per meglio dedicarsi a quegli studi che tanto amava, lontano dalla mondanità, dagli intrighi delle corti e della vita militare. La Chiesa della Commenda (S.Maria Maddalena), detta anche “Magione”, situata nel Borgo Durbecco sulla via Emilia, risaliva al XII secolo e, all’arrivo di Fra Sabba, versava in cattive condizioni di manutenzione poiché i precedenti commendatori non l’avevano scelta per propria abitazione e avevano utilizzato le rendite per altri scopi.

Fra Sabba fu un amministratore molto oculato e attento: promosse lavori di totale rifacimento del complesso facendo costruire, a lato della chiesa, l’elegante chiostro rinascimentale, chiamò ad affrescare l’abside della chiesa Girolamo da Treviso, scelse la chiesa come luogo della sua sepoltura e sulla parete di sinistra fece scoplire una epigrafe funebre incorniciata da un grande affresco a chiaroscuro di Francesco Menzocchi.

I suoi interessi di studio e di collezionista diedero origine ad una biblioteca, purtroppo oggi dispersa, e ad una raccolta di cimeli artistici, i cui pezzi superstiti sono conservati alla Pinacoteca Comunale di Faenza (oltre al busto di San Giovannino, urna cineraria d’alabastro, San Girolamo penitente, tavolo intarsiato da fra Damiano da Bergamo).

Figura con molte sfaccettature quella di fra Sabba: allo stesso tempo tardo umanista cristiano e “riformista” in prima linea nella lotta contro l’eresia, collezionista, esteta e fustigatore della corruzione civile e religiosa dei suoi tempi. Suo testamento morale e intellettuale sono i Ricordi, raccolta di precetti didascalici indirizzati al pronipote e pubblicati nella versione definitiva nel 1554 a Venezia da Paolo Gerardo. L’opera ebbe un notevole successo con venticinque edizioni fino al 1613. Fra Sabba morì il 16 marzo 1554.

Alfonso Lombardi (1487 circa- 1537), San Girolamo nel deserto, terracotta patinata

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