Giannetto Malmerendi – Presentazione Critica

GIANNETTO MALMERENDI

[su_heading size=”18″ margin=”15″]Presentazione Critica[/su_heading]

Le xilografie di Giannetto Malmerendi sono state donate alla Pinacoteca Comunale dalla figlia Anna Malmerendi Cantori nel 2016.

Nelle xilografie preparate per la pubblicazione del volume sulla sua vita militare dal 12 gennaio 1915 al 6 settembre 1919, Giannetto Malmerendi realizza una sua personale iconografia di guerra.
Confrontando quest’ultima con le iconografie di altri incisori che prendono parte al conflitto (Lorenzo Viani, Emilio Mantelli o Gino Barbieri), dove emerge la matrice espressionista frutto dell’orrore e dell’impotenza per ciò che gli autori stanno vivendo, si nota come invece quella di Malmerendi appaia come il risultato di un’elaborazione successiva, misurata e distante.

Ogni soggetto è lo specchio di un’intenzione narrativa, elaborato pensando più a illustrare un racconto che dettato da un’urgenza espressiva. Come ha scritto Federico Zanoner, «nel racconto della guerra di Malmerendi non si ravvisano i toni enfatici di esaltazione della guerra di matrice futurista ma nemmeno quella di denuncia; prevale piuttosto uno sguardo oggettivo sugli effetti che essa produce sulla fisicità delle cose e sull’ambiente e sono rare le espressioni di un forte coinvolgimento emotivo».

Considerazioni di natura stilistica e stile narrativo fanno pensare comunque che la serie di guerra realizzata da Malmerendi sia più prossima al 1929, data annunciata di pubblicazione del libro di memorie, che agli anni della guerra. Nel racconto costruito a distanza rimangono però presenti segni di primitivismo ed elementi figurativi che partono da una matrice futurista per arrivare all’urlo dell’immagine, tipico della grafica espressionista.

Umberto Giovannini, Giannetto Malmerendi, Dall’avanguardia alla visione epica. Le xilografie, Vaca edizioni, Rimini, 2006.
Federico Zanoner, Malmerendi. Il futurismo e la guerra, Silvy edizioni, Scurelle (Trento), 2016.

«Nelle xilografie di Malmerendi dedicate alla vita di guerra troviamo spesso una gustosa capacità descrittiva, come nell’opera Sulla strada per Berzecca. Qui l’artista ritrae una quotidiana marcia di uomini e muli, risolti con pochi e scarni disegni, che attraversano la parte bassa della composizione, mentre un’attenzione particolare è riservata alla riproduzione delle strutture del ponte di legno che taglia in due un imponente paesaggio montano.
Anche In trincea c’è un esercizio di stile nel rendere una “prospettiva escheriana”: un intreccio di travi, fortificazioni e scale in cui un milite che riposa e uno di vedetta diventano puro complemento. Soggetto curioso è Abbazia, in cui due figure vengono calata da una fortificazione su una roccia accuminata, sull’abbazia sottostante. Anche questa xilografia ha un gusto propriamente narrativo. Incisione stilisticamente piuttosto lontana dalle altre è Bagliori aerei: un notturno essenziale realizzato con pochi sismi segni in cui, nel nero della notte, sono disegnate piccole sagome di aerei alti nel cielo e bagliori illuminati.
Tre xilografie sono la rivisitazione dello stesso soggetto analizzato in più contesti e d differenti punti di vista: Reticolati. Il punto descrittivo di Malmerendi giunge in questi legni a una descrizione scientifica. Nella più grande Reticolati comuni, [in mostra in due versioni ovvero sia con inchiostro nero che seppia], viene offerta una non troppo celata metafora della vita: la sagoma di un soldato morto giace riverso ai piedi di un filo spinato sostenuto da un ramo, con germogli e fiori».
Umberto Giovannini, Giannetto Malmerendi, […]. Le xilografie, op.cit., 2006, pp. 42-43.