GINO BARBIERI
[su_heading size=”18″ margin=”15″]Biografia[/su_heading]
Gino Barbieri fu un pittore, incisore e illustratore. Inizialmente, si forma a Firenze presso l’Accademia di Belle Arti.
Qui l’artista ha l’occasione di entrare in contatto con intellettuali e artisti di spicco della Firenze di inizio Novecento. In primo luogo il suo maestro Adolfo De Carolis, di cui sarà un allievo prediletto.
Fin dai suoi esordi mostra di essere uno xilografo di talento. Tanto che nel 1911 debutta su “L’eroica”, prestigiosa rivista di Ettore Cozzani e Franco Oliva. Per questa realizza varie copertine e tavole. Nel 1912 viene premiato con la medaglia d’oro alla prima mostra internazionale di xilografia a Levanto.
Particolarmente notevole è l’influenza di De Carolis, artista dal gusto preraffaellita e personalissimo. Questa emerge notevolmente nelle opere di Barbieri di questi anni. Infatti, imposta il suo percorso artistico xilografico su due vie parallele. Da un lato continua a produrre legni per l’editoria, monocromi di piccole dimensioni molto elaborati. Alterna opere dal gusto epico-mitologico con altre permeate di pungente sarcasmo. Dall’altro lato sviluppa la ricerca sulla xilografia policroma, quasi esclusivamente rivolta al ritratto sino a diventarne insuperato maestro.
La sua sincera adesione alla guerra, come volontario, è stata certo di matrice risorgimentale all’inizio. Successivamente, forse più motivata dal pensiero interventista e nazionalista di D’Annunzio, verso il quale Barbieri ha dimostrato (ritraendolo anche) più d’un semplice segno d’ammirazione.
Nel settembre del 1915 è inviato a Malamocco. Successivamente giunge al Lido di Venezia per poi essere assegnato al 77° Reg. Fanteria della Brigata Toscana. Infine raggiunge il fronte dell’Isonzo.
Nelle opere incise dall’arruolamento in poi affronta un percorso nuovo. Si lasciando alle spalle il mondo onirico e ironico delle ultime xilografie, l’eleganza e la raffinatezza dei ritratti e la xilografia policroma.
Gino Barbieri muore nel novembre del 1917 al fronte, sull’Altopiano di Asiago.