Natività: suggestioni

NATIVITA’: SUGGESTIONI
5 dicembre 2017 – 29 gennaio 2018

 

INTRODUZIONE

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Il 5 dicembre prossimo, alle ore 18:00 verrà inaugurata presso la Pinacoteca Comunale di Faenza la mostra “Natività: suggestioni dagli artisti faentini” promossa in collaborazione con il Museo Diocesano e Ufficio Arte Sacra. Lo scorso anno i due enti avevano promosso una prima mostra che dava semplici suggestioni attraverso alcune opere d’arte conservate nei depositi dei due musei.

Quest’anno si era richiesto agli artisti faentini di interpretare il tema del presepe. Tra la ventina delle opere presentate ne sono state scelte dieci che svolgono in maniera molto originale il tema proposto.

Elisa Morelli ne offre una versione densa di umori popolari che ha le radici negli antichi Presepi in maiolica di cui uno splendido esemplare è quello di Zattaglia ora nel Museo Diocesano. Una rivisitazione in chiave moderna e semplificata del tradizionale Presepe è proposta da Claudio Guidi, mentre un vibrante spirito barocco anima l’originale scultura di Pietro Lenzini.

La peculiare versione a trittico di Giorgio Cavina ha una scansione sentimentale raccolta e pausata, che si direbbe di ascendenza neorinascimentale. Al primo Novecento faentino si ispirano le xilografie di Enrico Versari e Barbara Donati. La commistione di cartapesta e maiolica ceramicata caratterizza l’originale scelta di materiali di Daniela Marchioni.

Ad una Natività salvata dal terremoto fa riferimento il vaso sbrecciato di Gabriella Savini. Infine le due versioni astratte di Enzo Babini e Luciano Laghi ben si collocano nelle sperimentazioni della ceramica faentina della seconda metà del Novecento.

Anche se la tradizione ceramica è dominante a Faenza, non sarebbe stato male che qualche artista si fosse cimentato con una interpretazione pittorica. È mancata inoltre una risposta da parte della generazione più giovane, quella di chi ha venti-trent’anni per intenderci, forse per una certa disaffezione al tema del sacro o per la problematicità di dovere fare i conti con una lunga consolidata tradizione figurativa quando ormai il linguaggio artistico ha preso ben altre direzioni.

Gli autori in mostra hanno il coraggio di riprendere il dialogo con la figurazione e di misurarsi con tecniche impegnative (la maiolica a terzo fuoco di Lenzini o l’incisione a quattro matrici della Donati). In tali aspetti, pure con diversi livelli di consapevolezza (e di qualità), leggiamo un legame con la tradizione artistica faentina che ha sempre esaltato la dimensione artigianale dell’artista e ha fatto della sperimentazione tecnica e materica il proprio punto di forza (da Calzi, Nonni, Baccarini fino a Zauli, Leoni, Panos, per citare alcuni esempi di questa ideale linea di continuità che attraversa il Novecento faentino).

Anna Tambini

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