IL SACRO FUOCO DI FAENZA
Un aspetto della religiosità popolare tra Riforma e Inquisizione
2 maggio – 28 maggio 2009
INTRODUZIONE
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- Introduzione
- Opere in mostra
- Il 1567 a Faenza
- “Della prodigiosa Immagine della B. Vergine del Fuoco” (una cronaca settecentesca)
- Il convento e la chiesa di S.Cecilia
- Le feste della Madonna del Fuoco
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L’esposizione vuole ripercorrere la storia del culto della Madonna del Fuoco di Faenza, mettendo in risalto i legami stretti che tale devozione ha avuto con il contemporaneo pensiero teologico, nell’età della riforma cattolica, e inquadrandola nel tessuto urbano del vivace e antichissimo quartiere della Ganga di Faenza.
La vicenda della sacra immagine è legata ad un incendio – occorso nella notte tra il 1° e il 2 agosto 1567 in una casa di Via U. d’Azzo Ubaldini di proprietà delle suore domenicane di S. Cecilia – dal quale uscì illesa una tavola veneto-cretese, rappresentante la Vergine col Bambino.
Le suore, nel volgere di pochi anni, edificarono sul luogo del prodigio una chiesa grandiosa, scomparsa in età napoleonica.
La venerazione, che rimase sempre molto legata agli ambienti domenicani faentini, e quindi anche a quelli del Santo Uffizio il cui tribunale aveva sede nel vicino convento di S. Andrea, ebbe grande sviluppo tra ‘500 e ‘600 e si rese strumento di persuasione efficace contro la diffusione tra il popolo delle idee iconoclaste di matrice evangelica e luterana.
In mostra sono esposte la vera immagine della Madonna del Fuoco, con la sua Residenza e i suoi gioielli, altre immagini sacre coeve, per tipologia e storia affini alla Madonna del Fuoco, targhe devozionali in maiolica, immagini a stampa, antiche piante e disegni della città di Faenza, e alcune delle più significative pubblicazioni che hanno trattato il tema della Madonna del Fuoco nel corso di quasi cinque secoli.
La mostra “Il sacro fuoco di Faenza – Un aspetto della religiosità popolare tra Riforma e Inquisizione” si inserisce nelle annue manifestazioni della Festa del Pellegrino, promossa dal Rione Rosso di Faenza, col contributo degli Amici dell’Arte di Faenza, della Parrocchia di San Domenico di Faenza, dell’Associazione Culturale Beato Nevolone e dell’Associazione Fo-Fa, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Ravenna e del Comune di Faenza.
Curatori: Andrea Dari, Carlo Moschini, Franca Pozzi.
Consulenza scientifica: Elena Bosi, Mariagrazia Morganti.
Elaborati grafici: Enrico Brighi, Emanuele Dari, Franco Mainetti.
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