[su_heading size=”18″ margin=”15″]Anonimo pittore romagnolo,
Madonna delle Grazie con il bambino e i santi Giacomo il Maggiore, Antonio Abate, Pietro e Lorenzo[/su_heading]

Non si conosce l’originaria collocazione di questa pala d’altare restaurata recentemente da Mariella Dell’Amore per conto della Diocesi di Faenza-Modigliana.
La tela, lasciata per lungo tempo nei depositi, era in pessimo stato di conservazione e ricoperta da uno strato di polvere tale da rendere illeggibile la cromia originaria e difficile la datazione. Il suo recto, con la presenza di diverse toppe, denunciava un precedente intervento di restauro, da collocarsi forse a fine Settecento. Dopo una prima pulitura e la rimozione delle toppe suddette, ha subito un intervento di “ricucitura” dei tagli e delle lacerazioni e, recuperata la stabilità, è stata rimontata su un nuovo telaio. Terminata la fase conservativa, è seguito l’intervento estetico e di ripristino delle aree lacunose con colori ad acquerello rifiniti a vernice. Oltre ai colori originari, in basso a sinistra è comparsa una scritta che ricorda il committente, Riccardo Ferniani, e riporta la data di commissione, il 1657.
La nobile famiglia Ferniani era tra le maggiori della Val di Lamone. I suoi possedimenti si estendevano non solo intorno al castello di Frignano situato nella parrocchia della Paglia e fino a Brisighella, ma entravano pure nell’altra valle, a oriente, giungendo fino alla città di Modigliana dove, come a Brisighella, i Ferniani ebbero “casa aperta”. Tommaso Ferniani, sul finire del secolo XVI, insieme a suo fratello Vincenzo, fece parte della magistratura faentina dei Cento Pacifici; fu inoltre tra i Governatori di Brisighella e Anziano di Modigliana. Ebbe prole assai numerosa e,per mezzo di questa, modo di imparentarsi con molte famiglie di sangue illustre come i Rondinini, i Cattani, i Papiani. Suo figlio Riccardo I, il committente della nostra pala, fu Governatore di Brisighella e Uomo di Guerra di Modigliana.
Il dipinto presenta in alto, sulle nubi, circondata da protomi angeliche, la B. V. delle Grazie di Faenza secondo un’iconografia del tutto eccezionale: la Madonna tiene infatti la terna delle frecce spezzate solo nella mano sinistra, mentre con la destra regge il Bimbo che rivolge lo sguardo verso i Santi Giacomo il Maggiore, con la barba fluente, il manto rosso sotto la veste verde e il bastone da pellegrino, e Antonio Abate, anziano, con barba e capelli bianchi, bastone a forma di tau, maialino ai piedi. A destra sono S. Pietro, inginocchiato su di un alto gradino, con le mani giunte, gli occhi rivolti verso la visione celeste, e le chiavi, e S. Lorenzo, vestito di rossa dalmatica e reggente con la mano sinistra la graticola, strumento del suo martirio.
I volti sono come illuminati a chiazze dalla luce; le figure campiscono lo spazio, quasi ad escludere le connotazioni ambientali, solo accennate, e in parte anche nascoste in alto da tendaggi peraltro poco invadenti.
L’autore, suggerisce Anna Colombi Ferretti, è da ricercarsi nell’ambiente cesenate, nel quale visse a lungo e operò Cristoforo Serra. I due Santi a sinistra, infatti, somigliano a quelli che dipingeva e possono quindi essere opera di un pittore a lui vicino. L’uso dei rossi e del verde rimanda a certa sua pittura che un viaggiatore esperto ed immaginifico come il veneziano Francesco Algarotti definì “un gran ragù di colore con poco disegno”. Ci sono le stesse generiche indicazioni di terra pilastro cielo dell’allievo del Guercino a Roma, del “Signore”, del “Capitano di milizie” Cristoforo Serra, proveniente da una famiglia di condizioni agiate, con frequentazioni importanti, socialmente non distante dal nobile committente della nostra pala.
Luisa Renzi Donati
Bibliografia: M. Dell’Amore, Relazione di restauro Madonna delle Grazie con Bambino e Santi Lorenzo, Pietro, Antonio Abate e Giacomo, S. Lazzaro, 1. 9. 2011. L. Balduzzi, I Conti Ferniani di Faenza- Memoria genealogica. Estratto del Giornale araldico- genealogico- Anno VIII, N. 1 e 2, Pisa 1880. Storie Barocche- da Guercino a Serra e Savolini nella Romagna del Seicento. Catalogo a cura di M. Cellini, Bologna 2004. G. Savini, Arte e devozione nelle pale d’altare. Estratto da “Storia della Chiesa di Cesena”, vol. II, Cesena 1998. G. Savini, Cristoforo Serra, Capitano di milizie e pittore. Estratto di “Romagna arte e storia”, Anno IX (1989) numero 25, Rimini 1989. G. Savini, La pittura a Cesena nel Settecento. Catalogo della mostra tenuta a Cesena , 18 aprile- 3 giugno 1984, Cesena 1984. F. Arcangeli, La chiesa di San Martino in San Domenico in Cesena e i suoi dipinti, Bologna 1964.