Nell’antico palazzo rosso

NELL’ANTICO PALAZZO ROSSO
Dino Campana visitatore della Pinacoteca di Faenza
12 aprile – 28 dicembre 2014

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Questo pazzo, questo poeta selvaggio era un uomo colto:
non c’è pagina, una riga, una parola della sua produzione
che non abbia l’inconfondibile “suono” della cultura….

Particolarmente precisa era la sua cultura pittorica:
gli apporti nella sua lingua del gusto cubista e di quello del
futurismo figurativo sono impeccabili

(Pier Paolo Pasolini, Campana e Pound,
in Saggi sulla letteratura e sull’arte, Milano, 1999, II, p. 1958)

Dino Campana non solo ha dedicato molte pagine dei suoi Canti Orfici a Faenza “vecchia città, rossa di mura e turrita”, ma ha scritto e lasciato riflessioni sulla Pinacoteca di Faenza in più punti.
Della sua visita all’«antico palazzo rosso», o meglio sarebbe forse dire delle sue visite, nei Canti Orfici ricorda alcuni autori, come Ribera e Baccarini, e alcune opere come il San Giovannino, “delicato busto di adolescente” e la Pala Bertoni nelle note di appunti che la critica ha denominato taccuinetto faentino.

Di Jose Ribera detto lo Spagnoletto ricorda una stampa, il Sileno ubriaco che definisce “satiro aguzzo alla danza dei vittoriosi accordi” e lo affianca ad un altro grande autore e a una stampa fondamentale nella storia dell’arte, il cavaliere, la morte e il diavolo di Albrecht Durer. Tra gli autori presta attenzione a Domenico Baccarini (“non so se sia conosciuto nel campo dell’arte”) e definisce i suoi lavori in un modo critico del tutto accettabile di “simbolismo naturalistico”.

E’ il piccolo museo raccolto da Dino Campana, la dimensione che appare nelle sue note e che è stato raccolto nell’occasione dei cento anni dalla pubblicazione dei Canti Orfici. Con un ulteriore invito che è sembrato importante raccogliere, quello fatto da Anna Colombi Ferretti nel dossier di studio sulla Pala Bertoni pubblicato lo scorso anno. “La prosa poetica di Dino Campana è forse ciò che più rispecchia l’esperienza – divenuta così poco attuale – di un visitatore che entra in un museo spinto dal desiderio di trovarvi qualcosa da trattenere negli occhi, qualche immagine in cui si rispecchi un legame profondo con il luogo”, ha scritto Anna Colombi Ferretti.

L’iniziativa della Pinacoteca dedicata a Dino Campana, raccogliendo quest’ultima riflessione, vuole anche essere un invito ad entrare nei musei con l’intento vissuto da Dino Campana, che entrava nell’antico palazzo rosso con il taccuino per prendere appunti e riflettere sulla sua visita.

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