Giuseppe Recco (Napoli, 1634 – Alicante, 1695)
Giuseppe Recco intorno ai vent’anni, secondo la testimonianza di De Dominici, si sarebbe recato in Lombardia. Qui si crede che abbia avuto modo di assimilare la pitture dalle nature morte del Baschenis.
Probanti nella configurazione stilistica delle opere presumibilmente più antiche sono i rapporti con l’attività di fiorante del padre, Giacomo, e con i modelli di specialisti olandesi di più aristocratica e privata eleganza. Un genere a cui attingerà ispirazione anche assai più tardi. La sua opera firmata più antica è il Paesaggio con pesci e una barca, mentre non poche date accertano le fasi alterne, e bensì vivacissime, di una produzione ricca di idee colte su una realtà sempre varia e pulsante (es. Frutta, funghi e pennuti, Cucina, Pesci).
La personalità di questo maestro, fra i più originali e mentalmente brillanti di tutto il Seicento italiano, cresce dunque sulla cultura paterna. E con qualche indubbio contatto col percorso di Giovan Battista nella direzione prevalente di un neo-caravaggismo schivo alle diversioni barocche. Riaffermando, anche controtempo, la fiducia nello spirito più genuino della tradizione locale.
Probabilmente, la sua morte è avvenuta ad Alicante il 29 maggio 1695, non appena sbarcato in Spagna, dove era stato chiamato da Carlo II.
Opere in Pinacoteca

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